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Credo che il mio contributo ad una giornata dedicata alla โQualitร โ possa essere di aiuto come esperienza, perchรฉ non pretendo di fornire un metodo generale, ma posso raccontare, oltre alle esperienze dirette, le idee che sono alla base di queste esperienze, e le idee che sono nate via via nella pratica.
Quando partecipo a manifestazioni di questo tipo, la prima cosa che mi domando รจ: โPerchรฉ mai mi hanno chiamato?โ
Me ne sono fatto unโidea e credo che uno dei motivi per i quali il mondo economico รจ interessato al mondo dello sport sia il fatto che abbiamo un problema in comune: bisogna vincere. La concorrenza รจ grande e vincere รจ fondamentale. Questo problema nel mondo sportivo ha fatto nascere, soprattutto tra i tifosi, molte idee sbagliate: รจ infatti molto diffusa lโopinione che ci vince ha fatto tutto bene, mentre chi perde ha fatto tutto male. Questo perรฒ non รจ del tutto vero, perchรฉ in un campionato anche se cinque squadre fanno le cose bene, quattro di queste perdono comunque.
Cosa significa questo? Che nella nostra attivitร non basta โfare le cose beneโ, bisogna fale meglio degli altri.
Nello sport non basta essere bravi, occorre essere meglio degli altri, che sono bravi anche loro; perchรฉ altrimenti arriviamo secondi, terzi, quarti, quinti โฆ
E in Italia arrivare secondi รจ una vera tragedia, lo abbiamo visto nei Campionati del Mondo di calcio, anche se la partita si รจ decisa solo ai calci di rigore. Nel mondo sportivo bisogna arrivare primi, e questa รจ la prima ricerca di qualitร . Infatti la qualitร in se stessa per noi non esiste, esiste solo in rapporto con gli altri. Dobbiamo fare le cose meglio degli altri. Il secondo problema che accomuna sport e mondo economico riguarda la gestione delle persone.
La Qualitร per Vincere
di Julio Velasco
Allenatore e Docente Nazionale FIPAV (giร Allenatore delle Nazionali Seniores Maschile e Femminile)
13 Febbraio 2015
Bentrovati, come primo argomento per lanciare sezione dellโโangolo tecnicoโ, iniziamo da un personaggio โfacileโ: Julio Velasco, allenatore di pallavolo. Probabilmente molte delle nostre ragazze, al tempo in cui Velasco guidava la nostra Nazionale Maschile alle vittorie di Mondiali, Europei, World League, Gran Prix, etc. nemmeno erano nate, ma... non รจ mai troppo tardi per scoprire chi era e soprattutto quali sono i suoi โsuggerimentiโ per raggiungere la vittoria. Lanciamo una โsfidaโ alle nuove generazioni pallavolistiche: provate a leggere quello che ha scritto e... scommettiamo che ne resterete sorprese?
Stay tuned... to be continued...
Fino a pochi anni fa si credeva che lโevoluzione tecnologica sarebbe stata determinante, piรน importante del fattore umano. Tuttora molte persone ritengono che i grandi atleti siano il risultato di prodotti biochimici, fisiologici, di macchine, ecc. Questo era uno dei motivi per i quali si pensava che la pallavolo italiana, per esempio, non potesse essere ai primi livelli mondiali. Gli americani vincevano e si diceva: โCosa ci possiamo fare? Loro sono americani: hanno tutto. Noi italiani abbiamo meno, quindi non possiamo vincere come loro.โ
Poi le cose sono cambiate: abbiamo vinto. Perchรฉ? Certamente ci siamo anche occupati dellโaspetto tecnologico, ma abbiamo vinto perchรฉ noi pensiamo che il fattore umano continui ad essere decisivo, piรน decisivo del fattore tecnologico. Purtroppo nel nostro mondo questa affermazione ingenera malintesi, in quanto si tende a vedere e capire tutto o bianco o nero. Se si dice che il fattore umano รจ piรน importante del fattore tecnologico la traduzione รจ: โPer quella squadra il fattore tecnologico non importanteโ. Non รจ cosรฌ: il fattore tecnologico รจ importante, ma quello umano รจ piรน importante. E io spero che lo sarร sempre. In relazione alla gestione di uomini, si dice che per vincere bisogna essere meglio degli altri, ci si pone un primo problema sulla qualitร : quello del punto di riferimento.
Che cosโรจ il punto di riferimento? Io, per esempio, in generale dico che sono basso, perchรฉ, anche se sono alto un metro e settantasei, vivo in un ambiente nel quale la maggior parte dei giocatori รจ alta almeno un metro e novanta. Se mi confronto con gente normale, invece, invece posso considerarmi nella media. Occorre definire il punto di riferimento. Quando nel 1989 ho incominciato a lavorare con la Nazionale, che veniva da una serie di sconfitte, per prima cosa ho dovuto individuare quale era il punto di riferimento come qualitร , ossia qual era lโobbiettivo. Dove volevamo arrivare? Dovevamo passare da noni a sesti, o quinti? Questo punto di riferimento determinava tutto il resto, e noi ne abbiamo scelto uno molto alto: arrivare ad essere nei primi due anni tra le quattro squadre piรน forti del mondo e in quattro anni tra le prime due. Perchรฉ il punto di riferimento รจ decisivo per stabilire la qualitร di una squadra? Che cosa vuol dire giocare bene? Se un giocatore schiaccia bene, come valutare se รจ un buon schiacciatore? Dipende con chi lo confrontiamo: se lo confrontiamo con i migliori schiacciatori del mondo forse non lo รจ, se lo confrontiamo con i migliori italiani forse si, lo รจ. E questo รจ stato il primo problema che abbiamo affrontato nella Nazionale italiana. Poichรฉ, visto che si parla molto di sport a livello nazionale, si dice: โQuesto รจ un buon giocatoreโ, ed il punto di riferimento รจ a livello nazionale. E se lo confrontiamo con gli stranieri, ci viene detto: โAh, ma quelli sono i migliori del mondoโ. Ma se quellโatleta deve giocare nella Nazionale, รจ proprio con loro che dobbiamo confrontarlo. E se una squadra vuole essere fra le migliori del mondo, occorre che al suo interno ci siano alcuni dei migliori giocatori del mondo.
Oltre a definire quali sono i riferimenti, abbiamo anche fatto unโanalisi statistica. Perchรฉ quando nella pallavolo si dice: โQuesto รจ un bravo schiacciatore, la ma mette sempre giรนโ, occorre domandarsi: โQuante volte? Che percentuali ha?โ. Per definire con precisione il punto di riferimento occorre sapere valutare noi stessi e gli altri con precisione. Quando non si sa effettivamente come sono i migliori, si tende a pensare che siano perfetti, quindi irraggiungibili. E questo modo di valutare lโavversario serve come stupendo alibi per dire: โSiccome sono perfetti, io non riuscirรฒ mai ad essere come loro. Quindi rimango come sonoโ. In questo modo non si ha la motivazione per cambiare. Se invece si sa che nemmeno i migliori sono perfetti, allora lโobiettivo diventa raggiungibile, e se non lo si raggiunge รจ perchรฉ si ha fallito, non perchรฉ non รจ possibile. In questo modo si crea la sfida: possiamo o non possiamo arrivare a questo obiettivo?
Se avessimo scelto un diverso punto di riferimento avremmo cambiato completamente lโautoesigenza della qualitร , che considero la chiave di svolta per cambiare una squadra. Parlo di autoesigenza, perchรฉ finchรฉ lโesigenza รจ imposta dallโallenatore non si puรฒ fare il salto di qualitร . Il salto di qualitร si fa quando lโautoesigenza รจ molto alta, quando diventare una delle prima squadre del mondo รจ lโobbiettivo dei protagonisti della squadra, non solo dellโallenatore.
Tutto questo per spiegare cosa significa vincere. Perchรฉ vincere contro gli avversari, fare le cose meglio degli altri รจ solo lโultima tappa di un processo. E anche lโidea della mentalitร vincente a colte รจ fuorviante. Non credo che serva molto โcaricareโ i giocatori prima della partita. Certo, lo facciamo, ma solo qualche volta, altrimenti non serve, ci si abitua. Ciรฒ che conta รจ fare diversi passi che portano alla mentalitร vincente, perchรฉ questa si ottiene solo vincendo. La mentalitร vincente non รจ un trucco psicologico. Il problema รจ cosa significa vincere. La prima vittoria che propongo ai miei giocatori, e che mi pongo io stesso, รจ battere un nemico terribile, anche perchรฉ si nasconde, anche perchรฉ noi non lo vogliamo mai affrontare, che di solito ci fa piรน paura anche dellโavversario piรน forte. E questo avversario sono i nostri difetti, i nostri limiti, le cose che non ci vengono bene, che non ci piacciono. Questa รจ la prima vittoria, perchรฉ se non si vince questa gara non cโรจ miglioramento, cioรจ aumento della qualitร . ร inutile dire: โLa nostra squadra vincerร . Perรฒ lui batte male e non impara a battere meglio, lui รจ uno che non riesce a mantenere la contrazione e continuerร a non riuscirciโ. Non cโรจ niente da fare: la prima vittoria รจ vincere contro noi stessi. E dopo questa prima vittoria possiamo giร cominciare ad avere una mentalitร vincente, perchรฉ sappiamo vincere i nostri difetti, e ancora non abbiamo battuto nessuna squadra.
Il secondo passo รจ vincere contro le difficoltร , che รจ unโaltra cosa rispetto a noi, perchรฉ quando parlo dei nostri limiti parlo di limiti personali, oltre che della squadra, non limiti in generale. Poi ci sono altre difficoltร di ogni tipo che dobbiamo risolvere, che dobbiamo battere. La nostra squadra oggi รจ famosa a livello internazionale per un fatto che sembra banale ma non lo รจ: siamo famosi perchรฉ non ci lamentiamo mai. Sembra poco, ma non รจ poco. Potete controllare tutti i giornali dallโ89 ad oggi, non รจ mai capitato che dopo una sconfitta noi dicessimo: โEโ stato il fuso orario, avevamo un giocatore con unโindigestione, abbiamo dormito male, lโarbitroโฆโ.
Mai. Non lโabbiamo detto mai. Perchรฉ? Perchรฉ anche questo modo di comportarsi fa parte della mentalitร vincente. Tutti possono spiegare perchรฉ non si รจ riusciti a fare una cosa, pochi riescono a farla lo stesso. E per questo occorre vincere anche le piccole difficoltร . Ad esempio noi siamo una delle poche squadre italiane che quando vanno allโestero non si porta dietro gli spaghetti, lโolio, il prosciutto, la macchina del caffรจ โฆ
Si dice: โPoverini! Se non hanno gli spaghetti a mezzogiorno si deprimonoโ, perรฒ dopo bisogna giocare contro venticinquemila brasiliani, che urlano dallโinizio alla fine, e lรฌ non ci dobbiamo deprimere, perchรฉ siamo duri, dobbiamo vincere. Per le altre cose perรฒ non siamo cosรฌ duri. ร un poโ come preparare lโesercito per la guerra stando in un albergo a cinque stelle: โStiamo in un albergo a cinque stelle cosรฌ quando andiamo in guerra siamo in condizioni fisiche miglioriโ. Non credo che questo accada. Il passaggio dal fango dellโaddestramento agli spari veri รจ comunque difficilissimo, ma almeno se siamo abituati al fango รจ giร qualche cosa. Quindi noi non ci portiamo gli spaghetti, non ci alleniamo in posti ideali. Perchรฉ se ci alleniamo dove fa sempre fresco, quando poi dobbiamo giocare a Cuba, che รจ calda, perdiamo. Invece noi dobbiamo vincere, dove fa freddo e dove fa caldo, sempre. Non riuscire a vincere le difficoltร porta a quella che chiamo la โcultura degli alibiโ, cioรจ il tentativo di attribuire il motivo di un nostro fallimento a qualcosa che non dipende da noi. Di solito ci si rifร a cose molto grandi, strutturali, storiche, del genere caratteristiche dei popoli (โNoi italiani siamo cosรฌ, lo abbiamo nei cromosomi, e allora non cโรจ niente da fareโ). Ma la cultura degli alibi utilizza anche spiegazioni piรน banali.
Nella pallavolo, ad esempio, si verifica questa situazione: lo schiacciatore, che riceve la palla un poโ staccata dalla rete tira fuori, dice al palleggiatore โPrego, la palla piรน vicinaโ, il palleggiatore, che a sua volta ha ricevuto la palla un poโ staccata e ha alzato male, si gira e dice alla ricezione โRagazzi, la ricezione!โ, quello che ricevuto la palla dallโavversario non puรฒ dirgli โBatti piรน facileโ, allora dice โQuella luce mi da nellโocchioโ, allora devo chiamare gli elettricisti, invece di allenare... Adottando la cultura degli alibi elimino la possibilitร di utilizzare il feedback, che sta alla base dellโapprendimento.
Il terzo livello di vittoria รจ vincere contro gli avversari, e qui viene il problema della qualitร , nostra e degli altri, ed il problema di misurarla. In tal senso le statistiche ci servono a non fidarci delle semplici impressioni e anche a misurare che cosa dobbiamo migliorare. Ricerca della qualitร non significa infatti ricerca della perfezione, perchรฉ quella della perfezione รจ unโidea perdente, per il semplice motivo che non รจ possibile raggiungerla. Se si pretende la perfezione, otteniamo il risultato che il giocatore, vedendo che non ci riesce comincia a considerarsi in modo negativo, perchรฉ non raggiunge lโobbiettivo che gli abbiamo dato. Uno dei compiti di un vero allenatore รจ saper individuare fra tutti gli elementi da migliorare in una partita quelli che sono decisivi per la vittoria. Questo significa stabilire delle prioritร , e credo che sia una delle cose piรน difficili da fare, ma stabilire delle prioritร รจ lโunico modo per guidare il processo che porta alla vittoria. Fra tutti i difetti dei giocatori occorre individuarne tre, e su quelli bisogna โmartellareโ, finchรฉ non si ottiene il salto di qualitร , mentre gli altri li tocchiamo, ma non possiamo pretendere per tutti lo stesso livello di applicazione. Vorrei dire qualche cosa anche sul metodo. Il metodo, senza la conoscenza specifica, profonda di quello che uno fa, รจ una scatola vuota. Noi come squadra abbiamo applicato un metodo, ma la ragione vera per cui abbiamo fatto un salto di qualitร รจ che la squadra gioca meglio, e perchรฉ una squadra giochi meglio occorre che il suo allenatore sappia di pallavolo, prima che di psicologia, di metodi e di altro. Occorre quindi il metodo, ma soprattutto conoscenza specifica.
Per finire, vorrei sfatare un detto molto diffuso: โSQUADRA CHE VINCE, NON SI TOCCAโ.
Io non sono dโaccordo, perchรฉ questo significa che prima o poi bisogna perdere, e poichรฉ a me non piace perdere, penso che sia meglio cambiare qualche cosa prima e non dopo aver perso. Se vediamo che la qualitร potrebbe aumentare, ad esempio cambiando qualche giocatore, io sono convinto che sia meglio cambiare, anche se la squadra ha vinto tutto.
