Intervista ad Antonio Rossi
18 Marzo 2015
Le vittorie di Antonio Rossi non si contano. Nella sua carriera da canoista ha conquistato sette medaglie dโoro a livello internazionale: tre alle olimpiadi, tre ai mondiali e una agli europei, ma lโelenco si allunga ulteriormente se si aggiungono tutte le volte che รจ salito sul podio. Il suo percorso sportivo รจ stato di indiscusso successo. Accanto alla crescita atletica, Rossi ha sempre curato anche quella etica ed educativa. Dโaltronde non poteva essere diversamente, visto che รจ cresciuto in una famiglia di Lecco con cinque figli, lui ultimo di due fratelli e due sorelle. Un impegno alla serietร in ambito sportivo che nel 2000, durante il Giubileo degli atleti, lo portรฒ a leggere davanti a papa Giovanni Paolo II un documento, scritto da lui, nel quale prometteva, a nome di tutti gli sportivi del mondo, un impegno serio e corretto, tale da essere da esempio per le nuove generazioni. Ora Antonio Rossi รจ assessore allo Sport e alle Politiche giovanili della Regione Lombardia e si impegna perchรฉ la pratica sportiva possa essere accessibile a tutti. Ma soprattutto lโatleta e politico, oggi รจ papร e deve sedersi dallโaltra parte della barricata: non piรน in campo, bensรฌ sugli spalti. Fuori dagli spogliatoi. Unโesperienza comune a tutti i genitori che seguono i figli in ambito sportivo e che spesso mostra aspetti negativi. Gli abbiamo chiesto di condividere le sue emozioni con noi del Volley Celadina in questo ambito delicato dove il rapporto atleti-genitori-societร si gioca su un sottile equilibrio che spazia dallโindifferenza, alla partecipazione attiva fino allโingerenza.
Lei รจ stato un grande campione, ma adesso deve vivere lo sport da unโaltra angolazione. Che genitore รจ sugli spalti? Tifoso o hooligan?
โConfesso che mi piace assistere alle gare dei miei figli, mi piace respirare lโaria della competizione, che per molti anni ha accompagnato il mio percorso sportivo, ma resto sempre nelle retroguardie. Mi emoziono, gioisco, faccio il tifo rimanendo al mio posto, nella mia dimensioneโ.
Spesso i genitori sugli spalti si sentono allenatori, dirigenti, commentatoriโฆ Insomma tutto tranne che genitori. Lei cosa ne pensa?
โNoi genitori, quando si tratta dello sport dei nostri figli, dovremmo imparare a fare un passo indietro. Un passo indietro quando andiamo a vederli competere o li portiamo agli allenamenti. Questo non significa assumere un atteggiamento distaccato, ma rispettare i ruoliโ.
Durante le partite capita di assistere a degli eccessi da parte dei genitori, soprattutto con giudizi pesanti verso i ragazzini meno dotati. A volte si respira unโaria di sfegatato agonismo che non corrisponde a quello che stanno vivendo i nostri figli in campo. Lei รจ un genitore per lโagonismo a tutti i costi o per uno sport piรน inclusivo?
โTengo sempre a mente un bellโarticolo di Mabel Bocchi che ho avuto modo di leggere qualche tempo fa. Conservo ancora quellโarticolo ritagliato dalle pagine della Gazzetta dello Sport sulle dieci regole che i genitori dovrebbero rispettare. Un vademecum che ho apprezzato moltissimo sia nelle vesti di atleta sia in quelle di genitore. Cโรจ un passaggio che riporto testualmente: se il bambino รจ scarso e fa piรน fatica degli altri, deve fargli comprendere che ciรฒ che davvero conta non รจ il risultato nellโimmediato, ma il processo di crescita continuo nel tempoโ.
I genitori purtroppo vedono, con troppa facilitร , nel proprio figlio un campioneโฆ
โQualsiasi allenatore ne รจ consapevole e dovrebbe dirlo subito ai genitori: i campioni sono pochi e, quando ci sono, seguono una strada a sรฉ, che prende forma quasi meccanicamente. Sono tutti gli altri che hanno bisogno di essere seguiti, incoraggiati e anche spronati per continuare lโattivitร sportivaโ.
Non cโรจ il rischio che i ragazzi sottoposti ad elevate attenzioni da genitori campioni di divano o di commento โgratuitoโ, prima o poi, abbandonino lo sport?
โSecondo recenti dati, i ragazzi che abbandono lโattivitร fisica in etร adolescenziale aumentano sempre di piรน e anche il ruolo dei genitori in queste scelte ha un certo peso. Naturalmente, spetta al genitore anche il compito di dare il buon esempio: non possiamo pretendere di trasmettere ai nostri figli entusiasmo per lo sport, pensare che si allenino regolarmente, se noi stessi non pratichiamo alcun tipo di attivitร fisica se non quella della critica dagli spalti. Non dimentichiamoci, infine, che lโemulazione nei bambini e nei ragazzi รจ un fattore molto importante e attraverso questo aspetto si possono ottenere discreti risultatiโ.
Lei non ha lโimpressione che sugli spalti ci si dimentichi che lo sport รจ gioco?
โPurtroppo รจ cosรฌ. Sono molti i genitori che dovrebbero imparare dai figli a vivere lo sport e lโagonismo senza esasperazioni e ricordando che si tratta di unโattivitร oltre che motoria, anche ludica. Lโelemento del gioco e quello della competizione sono i motori che spingono i ragazzi a divertirsi attraverso lo sport, a scoprire prima ancora che gareggiare, a scherzare e socializzare, prima ancora che rendersi conto di possedere una tecnica. Eโ attraverso il gioco e la competizione (insita nella natura umana) che possono essere avviati processi formativi e di evoluzione, che saranno seguiti da persone qualificate come gli allenatori, i tecnici, i dirigenti con lโappoggio prezioso dei genitoriโ.
Lo sport รจ una palestra di vita. Non dovrebbe essere dโaiuto alla famiglia anzichรฉ trasformarsi in un ring di aspettative e gelosie?
โUn'attivitร sportiva ben supportata dal mondo degli adulti, e in particolare dalla famiglia, รจ uno degli strumenti piรน validi per riuscire a fare crescere i propri figli in un ambiente sano con precise regole da rispettare e in cui diritti e doveri sono uguali per tutti, in cui i ragazzi sono continuamente spronati a migliorarsi, a mettersi alla prova, a sacrificarsi, se necessario, in nome del collettivo, quindi ad assumersi delle responsabilitร โ.
Ritiene che sia utile nello staff di una squadra lo psicologo?
โAnche la psicologia nello sport puรฒ offrire unโopportunitร di crescita culturale perchรฉ puรฒ essere un veicolo di conoscenza di temi che si trovano sempre piรน al centro dellโinteresse tra le persone. Lo sport, infatti, non รจ solo movimento รจ anche educazione, rispetto, cultura, benessere, stare insieme, accettazione dei propri limiti, valorizzazione delle proprie risorse, mettersi alla prova, obiettivi da raggiungere e da condividere. Insegna a gioire della vittoria e ad accettare la sconfitta, cosa fondamentale sia per i ragazzi sia per i genitoriโ.
Come possono genitori, dirigenti e allenatori favorire il recupero del valore originario dello sport?
โCon tutti gli accorgimenti che ci siamo detti in questa chiacchierata, i ragazzi iniziano ad apprendere, fin da piccoli, lโimportanza e il valore qualificante dello sport con la S maiuscola, inculcando una cultura che tende alla pratica sportiva come stile di vita e modello di educazione. Allo stesso modo, anche i genitori potranno avere ben chiaro e definito il corretto rapporto con chi gestisce lโeducazione sportiva dei figli e imparare ad apprendere i codici formativi dello sportโ.
Bruno Bonassi
Genitori nello Sport...
intervista ad Antonio Rossi
di Bruno Bonassi
